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che come cinquant altri scudi. Ora s che hai profeta-
to meglio ch un Caifasso. Or aspettiamo il parto, ch
allora vedremo si l maschio o femina. A dio.
cencio A dio, a dio: assai che crediate gli articoli di
fede.
[scena dodicesima]
Cencio, solo
In vero, si Bartolomeo avesse il cervello di costui, e
che tutti fussero coss male avisati, indarno arei stesa
la rete in questa terra. Or facciamo di bon modo, poi
che l ucello dentro; ch non siamo come quello che
sel fe venire a la rete, e poi sel fe fuggir dalla mano.
Mai mi stimar possessor di questi scudi, n le chia-
mer miei, sin tanto che non sar fuor del Regno. Ho
dato ordine alla posta, ed or ora vo a montarvi su,
non mi fia mistiero d andar a prendere altre bagaglie.
Quando l oste aprir la balice che ha nelle mani, la
trovar piena di sassi, e che vale pi quel che di fuo-
ri che quel che di dentro. Credo che non dimorar
troppo a veder il conto suo, anche lui. Non bisogna
ch io mi fermi aquisino al tempo che potr essere che
Bartolomeo manda per trovare il pulvis Christi. Mi
par veder la moglie: non voglio che mi veda coss im-
bottato .
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Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - Candelaio
[scena tredicesima]
Marta, sola
Credo che Sautanasso, Barsabucco e tutti quegli che
squagliano, sel prenderanno per compagno; perch
sapr egli attizzar il fuoco dell inferno, per suffriggere
e rostire l anime dannate. La faccia di mio marito as-
somiglia ad uno il quale stato trent anni a far carbo-
ni alla montagna di Scarvaita, che sta da l del monte
de Cicala. Non sta coss volentieri pesce in acqua, co-
me lui presso que carboni vivi a fumegarse tutto il
giorno, non voglio maldirlo! poi mi viene avanti
con quelli occhi rossi ed arsi, di sorte che rassomiglia
a Luciferre. In fine, non fatica tanto grave, che
l amore non faccia non solamente lieve, ma piacevole.
Ecco costui, per essergli ficcato nel cervello la speran-
za di far la pietra filosofale, dovenuto a tale, che il
suo fastidio il mangiare, la sua inquietitudine il
trovarsi a letto, la notte sempre gli par lunga come a
putti che hanno qualche abito nuovo da vestirsi. Ogni
cosa gli d noia, ogni altro tempo gli amaro, e solo il
suo paradiso la fornace. Le sue gemme e pietre pre-
ciose son gli carboni, gli angeli son le bozzole che so-
no attaccate in ordinanza ne fornelli con que nasi di
vetro da cqua, e da ll tanti lambicchi di ferro, e de
pi grandi e de pi piccoli e di mezzani. E che salta, e
che balla, e che canta quel sciagurato, che mi fa sov-
venire dell asino. Poco fa, per veder che cosa
facess egli, ho posto l occhio ad una rima de la porta,
e l ho veduto assiso sopra la sedia, a modo di cate-
drante, con una gamba distesa da cqua ed un altra di-
stesa da ll, guardando gli travi della intempiatura
della camera, a quali, dopo aver cennato tre volte co
la testa, disse: Voi, voi impiastrar di stelle fatte di
oro massiccio. Poi, non so che si borbottasse, guar-
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Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - Candelaio
dando le casce e voltando il viso a scrigni. Mia f,
dissi io penso che questi presto saranno pieni di
doppioni Oh! ecco Sanguino.
[scena quattordicesima]
Sanguino, Marta
sanguino (cantando) Chi vooo spazzacamin? chi vol
conciare stagni, candelier, conche, caldare?
marta Che buon ora , Sanguino? egli cosa nuova
che tu sei pazzo? che canti per mezzo le strade? quale
delle due l arte tua?
sanguino Non so: o l una o l altra. E voi non sapete?
marta Se non me dite, non so altro.
sanguino Son servitor, discepolo e compagno di vo-
stro marito, il quale o un spazzacamino, o ver ripez-
za stagni, tacconeggia padelle o risalda frissore. Si
non mel credi, guardagli il viso e miragli le mani. Che
diavolo fa egli? tenetelo forse appeso al fumo come le
salciche, e come mesesca di botracone in Puglia?
marta Ahi me lassa! per lui sar mostrata a dito, ogni
poltrone me darr la baia. Intendi, Sanguino? questo
va dirlo a lui e non a me.
sanguino Se dice che Nostro Signore san tutte altre
sorte de infirmit, ma che giamai volse accostarsi a
pazzi.
marta E per va via, ch io non voglio accostarmi a te,
pazzacone.
sanguino Va pure, accostati a lui, madonna cara; e
guardati di porgerli la lingua, ch la minestra ti sapr
di fumo.
fine dell atto i.
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Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - Candelaio
ATTO SECONDO
scena prima
M[esser] Ottaviano, Manfurio, Pollula
ottaviano Maestro, che nome il vostro?
manfurio Mamphurius.
ottaviano Quale vostra professione?
manfurio Magister artium, moderator di pueruli, di
teneri unguicoli, lenium malarum, puberum, adole-
scentulorum: eorum qui adhuc in virga in omnem va-
lent erigi, flecti, atque duci partem, primae vocis, apti al
soprano, irrisorum denticulorum, succiplenularum car-
nium, recentis naturae, nullius rugae, lactei halitus, ro-
seorum labellulorum, lingulae blandulae, mellitae sim-
plicitatis, in flore, non in semine degentium, claros
habentium ocellos, puellis adiaphoron.
ottaviano Oh! Maestro gentile, attillato, eloquentissi-
mo, galantissimo architriclino e pincerna delle Muse,...
manfurio O bella apposizione.
ottaviano ... patriarca del coro apollinesco,...
manfurio Melius diceretur: apollineo.
ottaviano ... tromba di Febo, lascia ch io te dia un
bacio ne]la guancia sinestra, ch non mi reputo de-
gno di baciar quella dolcissima bocca:...
manfurio Ch ambrosia e nectar non invidio a Giove.
ottaviano ...quella bocca, dico, che spira s varie e
bellissime sentenze ed inaudite frase.
manfurio Addam et plura: in ipso aetatis limine, ipsis
in vitae primordiis, in ipsis negociorum huius mundia-
lis seu cosmicae architecturae rudimentis, ex ipso vesti-
bulo, in ipso aetatis vere, ut qui adnupturiant, ne i apiis
quidem.
ottaviano O Maestro, fonte caballino, di grazia, non
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